Lo sport inteso come luogo d’incontro educazione e crescita
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per “attività fisica” s’intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”. In questa definizione rientrano non solo le attività sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, che fanno parte della “attività motoria spontanea”.
L’attività fisica esprime una funzione terapeutica, se non addirittura catartica, nel combattere varie situazioni di difficoltà psicologiche, sociali e motorie. L’azione positiva esercitata dal movimento si espleta lungo tutto l’arco di vita della persona, sia esso svolto in maniera individuale o gregaria, libera o disciplinata in forma sportiva. Difatti, l’attività fisica aiuta a mantenere e in molti casi, a ripristinare, uno stato di benessere psicofisico.
L’inesorabile aumento dei disagi relazionali, psicologici e lavorativi che accompagnano gli uomini del nostro tempo impone la ricerca di approcci alternativi o complementari a quelli disponibili, perlopiù farmacologici. Lo sport, la danza e il gioco rappresentano in tal senso risorse importanti per offrire aiuto a tutti coloro ne abbiano bisogno. Numerose evidenze scientifiche supportano l’efficacia dello sport, eseguito in forma associata, nel favorire le abilità motorie come coordinazione bilaterale ed equilibrio nonché sociali per quanto concerne bambini e ragazzi affetti da sindrome dello spettro autistico o iperattività (ADHD).
Praticare attività fisica risulta particolarmente indicato nella fascia di età compresa tra infanzia e adolescenza, durante questo periodo infatti l’attività motoria concorre a promuovere una corretta maturazione del sistema nervoso, scheletrico, respiratorio e cardiocircolatorio. Inoltre, aiuta nel processo di accettazione della propria immagine corporea in transizione dal periodo infantile a quello prepuberale e puberale. In alcuni casi certe applicazioni di danza e coreografia rappresentano un valido sostegno persino per bambini vittime di abusi sessuali, i quali, con l’ausilio di un supervisore possono riconquistare la propria autostima ed iniziare un percorso di elaborazione della violenza subita. Questi concetti generali trovano una valida collocazione nel contesto pandemico che ci coinvolge tutti ormai da un anno.
La precarietà economica, sociale e sanitaria ha aumentato la distanza, figurata e non, tra le persone di ogni età ed estrazione sociale enfatizzando problemi già concreti come isolamento, depressione e frustrazione. Queste dinamiche ovviamente non escludono i soggetti più fragili e vulnerabili che, invece, risultano ancor più penalizzati dalla progressiva disgregazione sociale. Bambini autistici e iperattivi necessitano di percorsi educativi completi, che rispondano alle specifiche necessità di ciascuno di essi e soprattutto mirati a potenziare le funzioni esecutive tramite il confronto sociale e sportivo.
Lo sport inteso come luogo d’incontro educazione e crescita è una componente fondamentale di questi percorsi proprio perché accresce le funzioni esecutive come il controllo inibitorio, la flessibilità cognitiva e la memoria lavorativa. Interrompere per la pandemia queste attività reca un grave danno a questi bambini i quali oltre a ridurre le frequentazioni e con esse lo sviluppo sociale, risultano più sedentari. Spesso, i trattamenti sportivi più efficaci sono quelli che coinvolgono il maggior numero di discipline e figure professionali.
L’esecuzione di più sport come basket, calcio, tennis e equitazione attiva regioni cerebrali differenti e dunque incrementa la plasticità neurale e lo sviluppo di competenze ed abilità altrimenti irraggiungibili. È importante, infine, evidenziare come sia necessario ripensare in maniera radicale l’applicazione didattica di questi interventi al fine di sensibilizzare e coinvolgere famiglie, insegnanti e in ultima analisi la società civile per creare un ambiente inclusivo che dia opportunità educative calibrate sul profilo di ciascun utente. Il tutto con una particolare premura rivolta ai più fragili.
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RispondiEliminaOra credo di essere veramente dentro il blog dall'email universitaria!
EliminaSarebbe interessante aprire un dibattito su possibili protocolli di allenamento per mitigare l'ansia in soggetti frequentanti le scuole primarie e secondarie. Dare uno sguardo alla letteratura scientifica per capire se è possibile sfruttare al meglio le ore di educazione fisica scolastiche :)
RispondiEliminasono entrato!
RispondiEliminaMolto interessante la disamina dell'attività sportiva dal punto di vista terapeutico dei disagi relazionali.
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