Pet therapy e riabilitazione motoria
Autore: Ensuela Prenga
Key words: dynamo camp; disabilita e pet therapy, pet therapy e riabilitazione, disabilità motoria e pet therapy, ippoterapia e disabilita motoria
La mia esperienza con questo nuovo approccio riabilitativo nasce da una visita fatta nel 2012 presso la Fondazione Dynamo Camp (https://www.dynamocamp.org/) , che e una una Onlus che fa parte di SeriousFun Children’s Network: associazione fondata nel 1988 da Paul Newman e attiva in tutto il monde.
La motto di questa fondazione e di sostenere il diritto alla felicità ad ogni bambino, opera dal 2010 in Limestre (Pistoia) con specifici programmi di Terapie Ricreative e Inclusive ai bambini/adolescenti affetti da patologie gravi e/o croniche.
Grazie a questa bellissima esperienza prende spunto il mio interesse di approfondire terapie alternative nella riabilitazione come la Pet- Therapy.
Con la definizione anglosassone di Pet-Therapy, si intende indicare comunemente il complesso di interventi educativi, ricreativi o terapeutici, che vengono effettuati con l’ausilio degli animali, con l’obiettivo di favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, cognitive e sociali.
Grazie al definizione delle Linee Guida Nazionale nel marzo 2015, alla Pet-Therapy (IAA interventi assistiti dagli animali) viene riconosciuta a livello istituzionale il valore e l’efficacia scientifica, gli scopi delle linee guida sono quelli di definire le diverse tipologie degli IAA per dare una specificità professionale: le terapie assistite con gli animali (TAA), richiedono la prescrizione del medico, hanno obiettivi specifici e sono da supporto alle terapie riabilitative tradizionali, come la logopedia ,la neuro-motoria, e la cognitiva.
Ippoterapia e riabilitazione equestre
La riabilitazione equestre utilizza il cavallo come mezzo di terapia per un insieme di tecniche terapuetiche nel miglioramento dei dani motori, cognitivi e comportamentali.
Questo metodo di riabilitazione un metodo terapeutico globale e analitico insieme, estremamente ricco, che interessa l'individuo “in toto”, sia che venga praticato con handicap di tipo psichico che neurologico.
In questo tipo di terapia l'individuo portatore di handicap è chiamato a divenire protagonista, soggetto attivo del proprio progetto riabilitativo, mentre il terapista assume il ruolo di colui che via via fornisce gli stimoli per una più corretta utilizzazione ed integrazione della parte sana del soggetto. Quindi, è una tecnica che assolve ed amplifica i principi fondamentali della pratica psicomotoria; non lascia mai che l'individuo sia passivo grazie alla particolarità del suo “mezzo” cioè il cavallo con cui si riesce ad ottenere la partecipazione di pazienti , anche “difficili”, attraverso la pratica di un'attività ludico-sportiva che stimola il soggetto dal punto di vista motorio, psichico, intellettivo e sociale; fornisce una spinta motivazionale che coinvolge l'individuo nella sua totalità, e senza la quale ogni intervento risulta inefficace.
-Uno degli scopi principali della Riabilitazione Equestre è quello di riportare la persona diversamente abile ad utilizzare tutto il suo corpo in modo linguistico, superando ed annullando la disarmonia creatasi in seguito a una lezione del sistema neuromotorio. Contemporaneamente il cavallo presenta un movimento alternato di abbassamento e risalita dell'incollatura, che determina alla sua base, dove è posta la sella, un movimento dal basso verso l'alto, da destra verso sinistra e viceversa, a seconda del piede d'appoggio del cavallo.
Questo movimento viene così trasmesso agli ischi del cavaliere, contemporaneamente gli emi bacini sono alternativamente ruotati in avanti, a destra e a sinistra. Si viene così a produrre un pattern di movimento di ampiezza fisiologica che può essere ripetuto per un periodo prolungato, con un ritmo simile a quello che si verifica nel passo dell'uomo normale.
Questo parallelismo tra la tridimensionalità del cammino umano e l'andatura del cavallo, dà la possibilità, a soggetti che non hanno mai camminato o che camminano con schemi scorretti, di trovarsi in una situazione paragonabile ad una deambulazione corretta e fisiologica sperimentando quindi gli effetti a livello del bacino, del tronco, dei cingoli, degli arti superiori e del capo con conseguenti stimolazioni delle reazioni di raddrizzamento e di equilibrio.
- L'originalità e la ricchezza della Riabilitazione Equestre risiede nel l'instaurarsi di una nuova relazione terapeutica, non più delicata, basata sulla coppia terapista-paziente, ma una relazione triangolare in cui interviene una terza presenza, il cavallo, come mediatore vivente e co-terapeuta. Il cavallo rappresenta un elemento stimolante, “affettivo”, che dà vitalità, trasmette emozioni, gratificazione e frustrazioni, si offre come amico e come aiuto, ma non si impone, interviene nella relazione ma senza aggredire. Ogni paziente è libero di stabilire con lui una sua personale e propria modalità di approccio e di relazione, sempre comunque nel rispetto del cavallo. Come ogni animale, è una presenza autentica, le sue reazioni sono chiare, istintive, e viene quindi ad instaurare una relazione diretta che è vissuta dall'individuo senza carattere di giudizio e senza rancori. All'interno di questa relazione triangolare, il cavallo può essere investito di due funzioni: una di “oggetto transizionale” e l'altra di “mediatore”.
Il cavallo come “mediatore simbolico” può rappresentare per il diversamente abile un nuovo approccio nel rapporto verso l'altro, creando una situazione per certi aspetti meno angosciante e complessa del rapporto con altri esseri umani, spesso vissuti come frustranti ed incomprensibili. Il soggetto si sente accettato per quello che è, non rifiutato per il suo handicap, ma anzi trova il cavallo una fonte di affetto e tenerezza, ed al tempo stesso appaga il proprio bisogno di dare e di sentirsi utile per qualcuno.
Il rapporto con il cavallo ha la capacità inoltre di stimolare nel soggetto l'autonomia e l'accrescimento dell'autostima, elementi fondamentali per poter instaurare delle sane intenzioni, e quindi favorire la ricostruzione di legami interumani. La figura del terapista dovrà rivestire in questo nuovo contesto terapeutico diversi ruoli a seconda dei casi e delle situazioni. In alcuni momenti, dovrà fungere da figura di riferimento, e quindi dovrà essere in grado di sopportare e contenere emotivamente il soggetto, dovrà fungere da intermediario, da pedagogo, ma dovrà anche in certi casi sapere non intervenire e lasciare spazio all'interazione tra bambino e cavallo.
Particolarmente importante è il ruolo del terapista nei casi in cui il cavallo può rappresentare un elemento ansioso dato il suo aspetto imponente, la sua altezza ed i suoi movimenti ampi. Il terapista dovrà dunque divenire, per il bambino, garanzia di sicurezza, di aiuto e di contenimento; cercherà di rassicurare il soggetto sia verbalmente (con un eloquio calmo e tranquillo) che attraverso il contatto fisico (tenendo per mano, ponendo il suo braccio sulla gamba o sulla schiena del bambino) e, nei casi più gravi, effettuando un maternage, nel quale il terapista salirà in sella con il bambino abbracciandolo.
Effetti positivi della Riabilitazione Equestre
Da quanto abbiamo detto più sopra, risulta evidente che i benefici che derivano dall'utilizzo del cavallo sono innumerevoli, cercherò di analizzare anche alcuni dei effetti positivi neuro-muscolari.
Muscolatura
Attraverso l'equitazione tutti i muscoli del corpo lavorano in maniera simmetrica, senza predominanza laterale. Ma quando esistono deficienze muscolari, come nel caso dell'emiplegia, un gruppo muscolare tende a prevalere su un altro. Il lavoro svolto a cavallo aiuta lo sviluppo armonioso e globale dei diversi sistemi muscolari: i muscoli della coscia concorrono alla tenuta; i muscoli delle gambe, assicurando il mantenimento del contatto, permettono di utilizzare il tallone e favoriscono la percezione tattile; i muscoli della parte addominale sono fondamentali per ammortizzare le forze, accompagnare i movimenti del cavallo e mantenere l'equilibrio.
E' inoltre importante che i gruppi muscolari del tronco agiscano sinergicamente, questo favorisce la flessibilità e facilita il ruolo di ammortizzatore. Infine i muscoli delle braccia ed avambracci concorrono all'elasticità del gesto che deve compensare i movimenti del cavallo. Per eseguire un movimento armonico e decontratto, si praticano degli esercizi detti di rilasciamento: sono esercizi di decontrazione effettuati a cavallo e che hanno lo scopo di annullare le contrazioni inutili e nocive e le posizioni difettose che portano ad un cattivo assetto
Equilibrio e controllo posturale in situazione dinamica
Il movimento tridimensionale del cavallo causa nel soggetto un continuo spostamento del baricentro da destra a sinistra, avanti ed indietro, in alto e in basso; questi continui aggiustamenti di posizione aiutano il cavaliere a sviluppare, o a migliorare, il proprio equilibrio che molto spesso risulta carente in soggetti con disabilità fisica e che causa grossi problemi nella vita di ogni giorno.
Inoltre, questo senso di equilibrio acquisito poco a poco, permette di prendere coscienza del proprio corpo: l'handicappato arriva a percepire e capire che il suo corpo, attraverso il lavoro muscolare, gli impedisce di cadere da cavallo ed è in
grado di assumere posizioni nuove in relazione ai nuovi movimenti del cavallo.
Ritmo corporeo
Fa parte della nostra vita fin dal concepimento: il battito del cuore materno è il primo ritmo che il bambino percepisce ancora prima di nascere; l'ascolto della frequenza cardiaca materna e il cullare della mamma associato alle nenie assicurano il rilassamento del bambino.
Anche nella vita adulta siamo molto sensibili al ritmo: ci agitiamo quando siamo ansiosi e magari dondoliamo su un piede e sull'altro quando siamo in preda ad un conflitto. Il passo del cavallo è molto ritmato ed ha un forte effetto cullante e calmante sul cavaliere.
Questa attività ritmica elimina i movimenti parassitari, regolarizza il deficit della forza nervosa e procura delle sensazioni molto piacevoli. Il ritmo del cavallo varia a seconda dell'andatura (passo, trotto, galoppo), della velocità, ma anche del cavallo stesso.
Per non intralciare il movimento del cavallo, il cavaliere deve prendere coscienza della struttura ritmica della sua cavalcatura e fare in modo di reagire ad essa adeguatamente. I differenti ritmi del cavallo richiedono al diversamente abile un adattamento muscolare ed un aggiustamento del tono.
Riassumendo l’elenco dei benefici di questa riabilitazione in bambini e soggetti diversamente abili otteniamo:
la rottura degli schemi motori patologici
miglioramento della capacità motoria
regolazione del tono muscolare
integrazione sensoriale
miglioramento della sensibilità intercettava, propriocettiva ed esterocettiva
coordinazione/ dissociazione
rilassamento
Indicazioni e controindicazioni
Attraverso la riabilitazione equestre dei soggetti con handicap fisici, siano essi lesioni motorie o neuromotorie, si cerca di ottenere: un miglioramento nella coordinazione muscolare e nell'equilibrio, un miglioramento dell'efficienza muscolare, un guadagno di ampiezza articolare, inoltre può essere molto utile praticare la riabilitazione equestre anche con pazienti che non otterranno dei miglioramenti a livello fisico, ma forse avranno uno sblocco a livello psicologico che li aiuterà a superare l'handicap fisico.
La riabilitazione equestre è indicata per:
Lesioni neuromotorie, note come paralisi cerebrali infantili (P.C.I.) che si presentano sotto diverse forme: spastiche, distoniche, atassiche e miste. I sintomi dipendono dall'estensione della lesione centrale, generalmente vengono colpiti i muscoli e questo determina una alterazione del tono muscolare e un deficit nella coordinazione e nell'equilibrio; Lo scopo sarà quello di modificare il pattern posturale da estensorio a flessorio, con controllo del tronco e degli arti inferiori, ridurre l'ipertono e favorire l'equilibrio.
Anche le patologie ortopediche possono beneficiare della riabilitazione equestre, in particolare tutte quelle situazioni che comportano un indebolimento o un’alterazione della colonna vertebrale, delle anche ed una posizione scorretta dei piedi.
In esiti di traumatismo cranico- encefalico sia per controllare il tono posturale che per abbandonare schemi motori globali, di massa, a favore di movimenti finalizzati, coordinati e più precisi; risulta utile in questi casi anche per migliorare le difficoltà cognitive, il controllo spazio-temporale e l'emotività.
Nella sclerosi multipla al fine di migliorare il controllo del tono posturale, dell'equilibrio statico e dinamico, la funzione visiva e l'orientamento spaziale, nonché la sensibilità e la coordinazione.
Esistono anche delle controindicazioni a tale trattamento che vanno valutate nel singolo caso, sia come patologia associata, sia come grado o livello della malattia principale.
Schematicamente non è indicata:
- nei soggetti che hanno instabilità o malformazioni del rachide
- nella scoliosi grave
- nelle miastenie
- nelle atassie gravi
- nelle fragilità ossee.
Conclusioni
Attraverso il cavallo, il bambino può esplorare lo spazio, inoltre si stabilisce una relazione affettiva con l'animale: il lavoro svolto a cavallo può ridare la sensazione di star bene nel proprio corpo. Il vissuto positivo dei bambini a cavallo è quindi fondamentale per la validità dell'intervento e può diventare fonte di reale acquisizione del movimento stesso.
Bibliografia:
1-https://www.fise.it/images/documenti/Image_Archive/Corsi_Stage_Congressi/Riabilitazione/ATTI_STESURA_Roma_10_sett_2009.pdf
2- www.neuropsciomotricista.it
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